sabato 24 settembre 2011

Rassegna speciale: il riconoscimento della Palestina all'ONU
le parti più importanti del discorso di Benjamin Netanyahu

Da "El País", 23/09/2011

Traduzione di Monica Bedana


"La verità è che i palestinesi vogliono uno Stato senza pace"

Alcuni minuti dopo il discorso del presidente palestinese, Mahmud Abbas, è toccato il turno al presidente di Israele, Benjamin Netanyahu. Questi sono stati i passaggi chiave del suo intervento all'Assemblea Generale dell'ONU.

- “Abbas ha detto che la fonte degli scontri sono gli insediamenti. Il nostro conflitto dura da più di mezzo secolo, da prima che ci fosse un solo colono. Il problema non sono gli insediamenti, che sono un risultato. E' un tema che bisognerà trattare e risolvere nei negoziati. La fonte del conflitto è che non riconoscono uno Stato ebraico, qualsiasi sia la sua frontiera”.

- “C'è una teoria che dice che se ce ne andiamo dagli insediamenti, arriverà la pace. Ce ne siamo andati dal sud del Libano e da Gaza. Cosa successe? I moderati non vinsero la battaglia sui radicali. Furono i radicali a divorare i moderati. E mi spiace dire che le truppe internazionali non hanno fermato i radicali in Libano e a Gaza”.

- “Israele è preparata ad avere uno Stato palestinese in Cisgiordania, ma non ad averne un altro a Gaza”.

- “C'è qualcuno a Ramala che vuole castigare gli ebrei con la morte. Questo è razzismo”.

- “Permettereste voi che ciò accadesse vicino alle vostre nazioni? Che ciò succedesse ai vostri familiari? Noi ricordiamo le amare lezioni di Gaza”.

- “I palestinesi devono ottenere la pace con Israele e dopo ottenere il loro Stato. Quando ci sarà la pace, saremo il primo Paese a riconoscere in questa sede la Palestina come Stato indipendente”.

- “La verità è che Israele ed io vogliamo la pace. Non possiamo raggiungere la pace con risoluzioni dell'ONU, bensí con negoziati. Noi vogliamo la pace. La verità è che i palestinesi vogliono uno Stato senza pace”.

- “Con i palestinesi cerchiamo una pace lunga e duratura. So che non è l'immagine che sempre si ha di Israele”.

- “Siamo l'unica democrazia reale in Medio Oriente. A volte, all'ONU, i villani sono stati protagonisti. Su 27 risoluzioni, in 21 Israele è stata condannata. Questa è una parte poco felice. Oggi spero che brilli il sole della verità, anche solo per pochi minuti”.

- “Non c'è pace, c'è guerra. Abbiamo l'Iran, che ha abbattuto l'Autorità Palestinese lí, attraverso il suo satellite, Hamas”.

- “Il mondo intorno ad Israele sta diventando un po' più pericoloso”.

- “Attenzione, perché la primavera araba si può trasformare in un inverno iraniano”.

- “Nel 2000 Israele fece una grande proposta di pace. Arafat la rifiutò. Nel 2008 fece una proposta ancora più grande e Abbas nemmeno rispose”.

- “Le nostre speranze di pace non hanno mai fine”.

- “Israele ha offerto pace da quando è nata, 63 anni fa. Continuiamo ad offrirla oggi. L'abbiamo raggiunta con l'Egitto e la Giordania. Con loro abbiamo fatto la pace”.

- “Oggi tendo la mano di nuovo, all'Egitto, alla Turchia, e lo faccio con rispetto e buona volontà; anche alla Libia e a Tunisi, con ammirazione perché tentano di costruire un futuro democratico, allo stesso modo dei Paesi del nord dell'Africa e a quelli della penisola araba che cercano un nuovo futuro”.

- “Continuo ad avere la speranza che Abbas sia mio compagno nella pace. Prima di venire a questa assemblea gli ho chiesto di tornare a negoziare senza condizioni. Non mi ha ancora risposto”.

- “Dobbiamo smettere di negoziare sui negoziati. Dobbiamo negoziare sulla pace. Deve forse continuare questo conflitto per generazioni?”.

- “Presidente Abbas, le offro la mano di Israele in segno di pace. Siamo due popoli figli di Abramo. Ci uniscono un patriarca, una terra. Che brilli la luce della pace”.

- “Siamo a migliaia di chilometri di distanza dalle nostre case, stiamo nello stesso edificio. Cosa ci impedisce di riunirci oggi e di iniziare e negoziare? Facciamolo subito”.

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