La pantera politica che c'è in lui ogni tanto sfodera gli artigli e colpisce sempre dove più duole sia gli avversari che i compagni politici. Le riflessioni di Felipe González non lasciano mai indifferenti.
Eccovi la traduzione di alcune frasi del suo intervento alla presentazione del "Dossier 2011 sulla democrazia" della fondazione "Alternative" (un centro di pensiero di intellettuali progressisti che invitano alla riflessione per un cambiamento politico, economico, sociale e culturale della società).
Alle scorse elezioni politiche era stato l'unico a prevedere che il PSOE in Andalusia avrebbe resistito "alla trituratrice del conservatorismo".
"Mi preoccupa la mancanza di orientamento sia del Governo che dell'opposizione. Si era detto che prima delle elezioni il PP avesse un programma nascosto. Sarebbe una cosa meno preoccupante della mancanza di orientamento e previsione che sta dimostrando il Governo".
La mancanza di idee per uscire dalla crisi,secondo González, spiegherebbe i lunghi silenzi di Rajoy.
L'ex-presidente si dice anche convinto del fatto che la Spagna non avrà bisogno di essere salvata.
"Non ci sarà salvataggio e se ci sarà finisce l'euro e bisogna salvare tutta l'Europa. E basta".
In Francia, scommette apertamente su Hollande: "Voglio un presidente della Francia che sia capace di dire no alla Merkel quando bisogna dirle no. E la prima cosa a cui bisogna dirle no è a compiere l'obbiettivo del deficit al 3% nel 2013 perché è mortale per la crescita e l'economia in Spagna". Propone un patto di Stato tra i principali partiti spagnoli i sindacati e le imprese, per decidere in comune un processo di riforma senza distruggere il welfare.
Il suo tipico buon senso anche per gli indignados: "I ragazzi avevano ragione a scendere in piazza. Però hanno commesso un errore. Invece di concentrarsi su due o tre punti importanti hanno scritto una lunga lettera a Babbo Natale".
L'articolo completo, da "El País", QUI.
(A cura di Monica Bedana)
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