Ma la Cisl studia ricorso per antisindacalità
Alberani: «È una bomba contro di noi»
Dal "Corriere", Bologna.
Segnalato da Nicola Melloni
Alla Gd si vota (e si voterà) su tutto. A cominciare da oggi con il referendum che dovrebbe dare il via libera all’ipotesi di intesa tra l’azienda e la Fiom. Sull’Aventino, invece, i metalmeccanici della Cisl (Fim) e quelli della Uil (Uilm) che hanno abbandonato il confronto anche se alla Gd, storico fortino della tute blu Cgil, le due sigle restano in minoranza. Sul tavolo l’ipotesi di accordo aziendale che ha spaccato i sindacati. Perché, per le tute blu della Cgil, d’ora in avanti i lavoratori di via Battindarno si dovranno esprimere su piattaforme e accordi che saranno validi solo se approvati dalla maggioranza dei dipendenti. Mentre per le altre due sigle continuano a essere valide le norme nazionali per le quali è sufficiente il placet dei rappresentanti dei lavoratori.
Oggi i dipendenti dell’azienda inizieranno le consultazioni che continueranno anche la settimana prossima. Per avere il lasciapassare bisognerà ottenere la maggioranza assoluta dei consensi. Un risultato che non dovrebbe essere a rischio visto che la Gd è da sempre un enclave dei Landini boys. Se la settimana prossima la vittoria del sì fosse messa nero su bianco in via Battindarno si aprirebbe una fase totalmente nuova delle relazioni sindacali. Perché l’ipotesi di accordo, avversato da Cisl e Uil, prevede l’obbligo della consultazione tra gli addetti dell’azienda per ogni passaggio. Per presentare una piattaforma all’azienda ogni sigla deve passare al vaglio del referendum. E l’azienda si impegna a prendere in esame solo le proposte che sono state approvate dalla maggioranza dei dipendenti. In caso di vittoria della linea-Fiom anche dopo il confronto con la proprietà si ritornerebbe al voto per avere la conferma da parte delle tute blu. In sostanza l’accordo tra sindacati e azienda diventa valido solo se ad approvarlo è la maggioranza dei dipendenti. Se alla Gd passerà il modello dei lavoratori che votano su tutto sarà una mezza rivoluzione. Perché si tratta di un’azienda che è tra i fiori all’occhiello dell’industria bolognese: leader mondiale nelle macchine per la produzione e il confezionamento delle sigarette mettendo insieme un fatturato di 538 milioni. Un’intesa che potrebbe anche assumere una forte valenza nazionale. Tanto che, a quanto pare, in questi giorni, sarebbero intervenuti anche il segretario nazionale della Cisl, Raffaele Bonanni, e il numero uno della Uil, Luigi Angeletti.
Della partita anche la Confindustria nazionale che attraverso Federmeccanica, l’associazione che riunisce gli imprenditori metalmeccanici, avrebbe provato, invano, a trovare una mediazione che riportasse Cisl e Uil al tavolo: i due sindacati temono soprattutto di perdere rappresentanza. Del resto l’ipotesi della Gd, con l’obbligo della consultazione tra i lavoratori, appare in contrasto con l’accordo del 28 giugno. Quello sottoscritto a livello nazionale da tutte le sigle sindacali con Confindustria, e contrastato dalla Fiom, che consente ai contratti aziendali di regolare, a certe condizioni, materie demandate dal contratto nazionale. In più la linea-Gd è l’esatto opposto del modello della Fiat. Dove ai sindacati non firmatari degli accordi viene, di fatto, tolta l’agibilità sindacale. Mentre in via Battindarno anche chi non ha sottoscritto l’intesa (Cisl e Uil) potrà in futuro presentare le sue proposte e sottoporle ai lavoratori. Anche se, visti i rapporti di forza all’interno dell’azienda, è quasi impensabile immaginare che la Fiom perda la maggioranza.
IL RICORSO La Cisl di Bologna non è disposta a stare a guardare dopo l'intesa separata tra la Gd e la Fiom-Cgil: il segretario del sindacato di via Milazzo, Alessandro Alberani, questa mattina ha spiegato che si sta valutando una denuncia per condotta antisindacale contro l'azienda. Perchè l'ipotesi di accordo che è stata raggiunta, dice Alberani a Radio Tau, «discrimina gli altri sindacati» e rischia «di essere una bomba» perchè il meccanismo per cui devono essere i dipendenti a dare il via libera ad accordi e piattaforme, può essere riproposto in altre aziende «riportandoci nel casino sindacale di qualche anno fa», ai tempi degli scontri dopo gli accordi separati sui contratti dei metalmeccanici. Tra le tute blu di Bologna e dintorni, infatti, la Fiom fa incetta di iscritti e, se passasse la 'regolá per cui tutto va sottoposto alla loro approvazione, «noi non potremmo mai più fare la nostra attivitá sindacale», avverte Alberani. Intanto, oggi e lunedì i dipendenti della Gd dovranno esprimersi con un referendum e dire se approvano il punto di incontro trovato tra la loro azienda e la Fiom (al momento l'intesa è solo siglata). Fino a ieri ci sono stati tentativi di Fim-Cisl e Uilm-Uil per far ricredere la Gd, ma le cose non sono cambiate. «E da stamattina siamo riuniti per capire quel che è successo» e cosa fare, dice il numero uno Cisl. Non è esclusa la denuncia per condotta antisindacale, ma giá lunedì il presidente di Unindustria, Alberto Vacchi, riceverá una lettera in cui Alberani gli chiede «che ne pensa di quanto successo. Vorrei sapere cosa pensa Unindustria» dato che quel che succede alla Gd «mette in discussione, cancella l'accordo di luglio tra i Cgil-Cisl-Uil e Marcegaglia» sui contratti.
LA FIOM Nessun «contratto separato», ma semplicemente una ipotesi di intesa tra azienda e maggioranza delle Rsu. Danilo Gruppi, segretario delle Cgil di Bologna, prende carta e penna per «ripristinare la veritá dei fatti» sulla Gd, e per placare «l'agitazione di queste ore della Cisl bolognese» che «non mi spiego». L'ipotesi di intesa, dice Gruppi, è ora al vaglio dei lavoratori «che, tra oggi e martedì, voteranno liberamente mediante referendum (come sempre, peraltro)». E «solo a fronte di un esito positivo del voto le singole federazioni di categoria valuteranno se apporre, all'intesa definitiva, anche la loro firma». Dunque, insiste Gruppi, «la Cgil non ha affatto cambiato la propria impostazione, sia in materia contrattuale che in materia di democrazia sindacale». Quanto al merito dell'intesa, «è del tutto destituita di fondamento l'interpretazione secondo cui questa 'discriminerebbe gli altri sindacatì». L'ipotesi d'intesa, spiega il leader Cgil, «definisce una procedura per la quale si ritiene decisivo il parere della maggioranza dei lavoratori sia per la presentazione delle piattaforme che per la stipula degli accordi aziendali». Un «concetto basilare», fa notare Gruppi, e «contenuto proprio nell'accordo interconfederale del 28 giugno scorso». Gli fa eco il segretario generale Fiom, Bruno Papignani: «È assolutamente ingiustificata e incomprensibile l'accusa rivolta alla Gd e a noi di escludere dalle trattative le altre sigle sindacali, considerato che l'ipotesi di accordo è stata sottoscritta alla fine di una lunga trattativa condotta unitariamente».
Marco Madonia
25 novembre 2011
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